A San Francesco, un giorno chiesero di illustrare il “frate perfetto“, come dovesse essere il frate più autentico e vero. Egli rispose in modo alquanto originale. Come? Ce lo raccontano i nostri frati francesi nel loro blog, di cui qui sotto riporto un articolo. Che cosa significa essere un frate francescano?
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
A San Francesco, un giorno chiesero di illustrare il “frate perfetto“, come dovesse essere il frate più autentico e vero. Egli rispose in modo alquanto originale, sottolineando le specifiche qualità e peculiarità di ciascun frate: la bontà dell’uno, l’intelligenza dell’altro, la forza di un terzo, l’intelligenza di quello, la gentilezza di quell’altro ecc…
Che grande san Francesco! Nelle sue parole, infatti, egli mise da subito in evidenza le qualità e non i difetti dei suoi fratelli e insieme volle mostrare il valore della dimensione comunitaria del vivere francescano, dove ci si completa e integra, ci si valorizza e corregge a vicenda. Volle così anche sottolineare come ciascun frate, pur abbracciando la vita religiosa, non fosse stato omologato ad un modello precostituito, ma avesse mantenuto la propria specifica identità e diversità.
Ma chi è dunque un frate francescano? Cosa lo rende unico e speciale?
Vediamolo insieme in poche parole chiave.
Amore
Il frate francescano è prima di tutto un uomo innamorato e appassionato di Dio e del prossimo. Anch’egli è piccolo e debole come tutti, ma porta nel cuore un misterioso richiamo divino ad amare e donarsi senza riserve. A tale appello cerca di rispondere con tutto sé stesso, con l’intera sua vita. In ogni suo gesto tende perciò a realizzare il comandamento evangelico: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze (…) e il tuo prossimo come te stesso (Mc 12,30-31)”. Modello ed esempio di vita, per il frate, è Gesù stesso: in Lui continuamente scopre e ritrova e riorienta sentimenti e atteggiamenti e gesti. L’amore è pertanto al centro della sua vocazione e in Gesù ricerca la forza di realizzarlo, riconoscendosi, infatti, da sé stesso alquanto povero e limitato!
Libertà, radicalità, dono di sé
Il frate è un uomo affascinato da San Francesco e dal suo modo libero e radicale di seguire il Signore e vivere il Vangelo. La Regola a cui cerca di ispirarsi è apparentemente semplice e diretta: “Osservare il Santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”. La “spogliazione” come atteggiamento di libertà e “non possesso” (da cose o persone o posizioni di potere..) e il dono totale di sé, la gratuità, ne costituiscono la traduzione concreta. Si tratta di grandi ideali e di una non facile sfida quotidiana per ogni frate. Al riguardo, è la preghiera a costituire “il carburante” e l’alimento fondamentale a scelte tante belle quanto impegnative. Senza, il frate, diventa subito un uomo perso, privo di direzione e significato.
Pace, fraternità, missione
Il frate non è mai solo, ma condivide la sua vocazione con altri fratelli. “Il Signore mi diede dei fratelli”: così si espresse San Francesco, motivando l’inizio dell’Ordine. Il francescano, in tal modo, vuole testimoniare la possibilità di una convivenza pacifica e riconciliata come è bene espresso anche nel famoso saluto di “Pace e Bene” che il Poverello rivolgeva a chiunque incontrasse. Il frate francescano cerca di contribuire, pertanto, con la sua vita e la sua scelta e la sua missione a favorire in ogni ambiente stili e atteggiamenti di fraternità e pace. Non c’è rischio di annoiarsi!
Minorità, semplicità, gioia
Al frate francescano, infine, non dovrebbe mai mancare uno stile di vita gioioso, semplice e umile come San Francesco e i suoi primi fratelli. Se “un santo è triste, è un triste santo”; così afferma un antico detto spirituale! Sì, la gioia – e in particolare la gioia che san Francesco definiva “perfetta”, vale a dire la gioia che permane e si mantiene viva pur attraverso le prove – è al centro della vocazione francescana. Essa la vediamo esplodere nel Cantico delle creature e viene dallo spogliarsi, dal distacco, dall’accettare di non avere nulla, se non l’essenziale: il Signore Gesù Cristo! Non a caso papa Francesco vi ha qui individuato una via di rinnovamento per la chiesa intera, quando dice: “Come vorrei una chiesa povera per i poveri”.
Carissimo, giunti al termine di questo percorso riguardante la figura del frate francescano non posso non porti qualche domanda:
- E se questo ritratto, fosse anche il tuo?
- E se questa vita ti affascinasse e riguardasse anche te?
cfr. vocatione franciscaine – info@vocazionefrancescana.org